BUONOPANE LUCERNA MORTIS?
UNA SCIOCCHEZZA COLOSSALE!
L'incredibile faciloneria di chi asserve Storia e Verità, all'ultima sciocchezza letta in Rete.
Studiare, studiare.
Ricevo dal Prof. Pasquale Balestriere e molto volentieri pubblico.
RISTABILIAMO LA VERITÀ STORICA
del prof. Pasquale Balestriere
Se le
sciocchezze le portasse via il vento, poco male. Ma se si abbinano a un’aria festaiola
e mangereccia, allora cadono più facilmente nella mente e nell’animo fertile, e già predisposto ad accoglierle, dell’ascoltatore
e vi mettono radici. Con tutte le conseguenze del caso.
La Scuola
del FolKlore, il 9 ottobre scorso e nei giorni precedenti, è andata seminando a voce e per iscritto, cioè in una
televisione e su un giornale locali,
la notizia (sbagliata, ma ripresa da vari blog e siti) che l’antico nome
di Buonopane fosse “Lucerna mortis”.
Non è così. Non
è mai stato così. Il nome primitivo di
Buonopane era “Moropane” o “Moropano” (come risulta da una deposizione di Bono Bonomano, risalente
al 1268, che, per ora, è il documento
più antico che riporta il toponimo e dove si parla di undici uomini “de casale
Moropani”) o “ Murpano” (unito al
toponimo “Eramo” nella espressione “Murpano et Eramo”) come è scritto in un documento del 1270 dei
Registri della cancelleria angioina. Questi sono i documenti più antichi
relativi al nome della frazione di Moropane. Il resto sono chiacchiere da
bettola. O da cantina.
Dicono, scrivono e fanno scrivere quelli della
Scuola del FolKlore, superficiali come sempre in cose culturali: “ La frazione del comune collinare è
definita Lucerna Mortis da diversi autori come Giuseppe D’Ascia e
J.E. Chavalley de Rivaz”.
Questa è un’altra sciocchezza, perché Chevalley de Rivaz e D’Ascia non sono affatto autori né della
“definizione” né dell’etimologia “Lucerna mortis” riferita a Buonopane: il
primo non c’entra proprio niente, il
secondo, semplicemente, la riporta. L’autore di questa “scoperta” fu, invece,
Michelangiolo Ziccardi, medico di
Campobasso che, avendo soggiornato abbastanza a lungo a Napoli, ebbe modo di
conoscere l’isola d’Ischia, la sua storia e, soprattutto, le sue acque, se non
altro perché effettuò la traduzione
della terza edizione della “Description des eaux minéro-thermales et des
ètuves de l’île d’Ischia “ (Descrizione delle acque termominerali e delle stufe
dell’isola d’Ischia) di J. E. Chevalley de Rivaz, stampata a Napoli nel 1837.
Nelle note, di cui correda la traduzione, lo Ziccardi, dopo aver ipotizzato
alcune etimologie di paesi e zone dell’isola, scrive testualmente ( e
telegraficamente) a pag. 158: “Moropano
μόροπανος (sic!) lucerna mortis, da qualche antico
vulcano”. Salvo poi aggiungere tre righi
dopo: “Ma queste etimologie non sono evidenti”, cioè non sono certe, chiare, solari. Se dunque
già l’autore dubita della giustezza delle proprie etimologie, perché noi dovremmo prenderle per
oro colato, come fa la “Scuola del folKlore”? Figuriamoci poi il
sottoscritto, che sottolinea
innanzitutto l’accento sbagliato sul termine greco, poi il semplicistico
accostamento di μόρος sciagura,
destino, morte, e φανός (da cui πανός) fiaccola, lampada, lucerna; infine il fatto che
pur essendo il territorio del Comune di Barano interessato da fenomeni
vulcanici, non c’è alcuna evidenza che tali fenomeni abbiano coinvolto la zona
più alta del comune collinare. In più ci sarebbe da aggiungere quale follia
dovesse spingere un gruppo di persone ad abitare, se fosse vera l’ipotesi del
vulcano spento, un posto così lugubre (lucerna mortis significa fiaccola di -o della- morte)
e pericoloso. E poi: se ancora oggi la scienza fa fatica a stabilire quando un
vulcano è spento, figuriamoci allora, nell’epoca in cui fu dato il nome a questo posto! La
verità è che queste etimologie sono solo tentativi di spiegare
qualcosa, e talvolta addirittura ipotesi
velleitarie. Come, a mio parere, nel caso dello Ziccardi.
Ma, se anche
fosse vera l’etimologia dello Ziccardi – il che è davvero poco credibile- si
tratterebbe di un’etimologia, appunto, NON DELL’ANTICO NOME DEL PAESE DI MOROPANE. Non so se quelli
della Scuola del FolKlore sono in grado di capire la differenza. Sembra di no,
a giudicare da quello che dicono e scrivono.
Per chiudere, qui e per la prima volta, svelo quella
che ritengo una delle possibili e accettabili
etimologie del toponimo Moropane: dal
greco μυρόπνοος, -ον, myròpnoos (da μύρον “profumo” e πνέω “spiro”) (luogo)
che spira profumo, luogo profumato. Così il posto, dove poi sarebbe
sorto l’abitato di Moropane, dovette presentarsi ai primi colonizzatori: circondato da colline, pieno di verde, di
fiori, di profumi, anche per via dei
tanti corsi d’acqua da cui questo territorio era bagnato: di Nitrodi, di
San Pietro, di Licciesi e di Candiano, di altre piccole sorgenti affioranti qua
e là. Senza contare quella di Buceto, che pure ricade nell’estensione
territoriale di Moropane.
Ma anche quest’etimologia manca di certezze. Come
molte etimologie. Come altre, sempre relative a Moropane, di cui tratterò in
altra occasione.
Pasquale Balestriere
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