giovedì 5 settembre 2013

Evasione fiscale, Letta annuncia battaglia. Peccato che..il condannato per frode fiscale e il condono della vergogna.

 



Evasione fiscale, Letta annuncia battaglia. Peccato che..il condannato per frode fiscale e il condono della vergogna.

  Letta al G20:"Il secondo grande tema è la lotta ai paradisi fiscali'' intanto il governo da un super sconto sulla multa comminata a dieci società attive nel business dell'azzardo..... molte di loro hanno le holding di controllo in Paesi offshore.

"Chi ha portato i soldi fuori dall'Italia deve sapere che non è come 5-10 anni fa, sappiano che conviene riportare i soldi e pagare quello che si deve perchè la situazione internazionale non consente più le coperture di prima". Enrico Letta, che simpatico umorista. Anche se non si comprende la fine della frase: significa che fino all'altro ieri tutto sommato potevamo chiudere un occhio o entrambi? (cosa che abbiamo fatto benissimo)

Al di là del lapsus, l'umorismo di Letta è di altissimo livello. Riavvolgiamo il nastro all'autunno 2009, mese di ottobre. Il Pdl, all'epoca saldo al governo in compagnia della Lega Nord e del futuro 'pentito' Gianfranco Fini, sta per varare l'ennesimo scudo fiscale. Hai capitali all'estero? Non importa in che modo li hai ottenuti, riportali in Italia, paghi il 5% di quanto hai fatto rientrare e sei a posto. Ah dimenticavo, il Fisco non ti potrà chiedere conto di nulla, perchè lo Stato ti garantisce l'anonimato. E se hai commesso reati, questi non sono contestabili. Su altre latitudini verrebbe definito "riciclaggio di Stato", ma mica stiamo qui a spaccare il capello in quattro.
E non vi azzardate a chiedere al Capo dello Stato di non firmare il provvedimento perchè lui vi risponde: "Tanto me lo rimandano uguale". Al tempo Giorgio non era ancora il Re Sole di oggi. Quando Antonio Di Pietro attaccò il Capo dello Stato per aver firmato, Enrico Letta alzo il ditino contro l'ex magistrato: "Stavolta ha esagerato". Forse per il futuro premier, Giorgio è sempre stato il Re.
Il 2 ottobre 2009 è in programma il voto finale alla Camera. Nelle file della maggioranza ci sono molti assenti, occasione ghiotta per il centrosinistra di zittire tutti i malpensanti che parlano di 'connivenza' tra Pd e Pdl. Ma il provvedimento passa lo stesso, con 20 voti di scarto. Quanti assenti nel Pd? Esattamente 22Ileana Argentin, Paola Binetti, Gino Bucchino, Angelo Capodicasa, Enzo Carra, Lucia Coldurelli, Stefano Esposito, Giuseppe Fioroni, Antonio Gaglioni, Dario Ginefra, Oriano Giovanelli, Gero Grassi, Antonio La Forgia, Marianna Madia, Margherita Mastromauro, Massimo Pompili, Fabio Porta, Giamomo Portas, Sergio D'Antoni, Linda Lanzillotta, Giovanna Melandri, Lapo Pistelli. Madia e D'Antoni assenti 'giustificati' per cause mediche. Lanzillotta, Melandri e Pistelli a Madrid per seguire un convegno (evidentemente più importante). 
Fonte: http://it.ibtimes.com/articles/53374/20130724/letta-evasione-scudo-fiscale-pd-2009-berlusconi-governo.htm



«Berlusconi ideò la frode fiscale» 

 Mediaset, motivazioni firmate dall'intero collegio

«L'ex premier è l'ideatore del meccanismo di frode fiscale»

  Nelle motivazioni, Berlusconi viene indicato come «ideatore del meccanismo del giro dei diritti che a distanza di anni continuava a produrre effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo». Le motivazioni sono state firmate dall'intero collegio giudicante e non solo dal presidente, come avviene di solito. Il testo prosegue nell'elenco delle ragioni dell'accusa: «La definizione come sovraffatturazione appare quasi un sottodimensionamento del fenomeno descritto e anzi, inadeguata a definirlo». Il sistema organizzato dall'ex premier «ha permesso di mantenere e alimentare illecitamente disponibilità patrimoniali estere, conti correnti intestati ad altre società che erano a loro volta intestate a fiduciarie di Berlusconi» (così si legge a pagina 181 del testo).

La sentenza integrale della condanna
a Berlusconi per frode fiscale

Fonte: http://www.corriere.it/politica/13_agosto_29/berlusconi-sentenza-integrale_f3744276-10b7-11e3-abea-779a600e18b3.shtml

 Slot Machine,il condono della vergogna...

 

 

 

Sono dieci le società che, se aderiranno alla proposta del governo, beneficeranno di uno sconto del 75% sulla sanzione da 2,5 miliardi comminata dalla Corte dei Conti. Non avevano collegato le macchinette mangia soldi con il cervellone del Fisco. Molte di loro hanno le holding di controllo in Paesi offshoreMILANO - Per la Corte dei conti avrebbero dovuto pagare 2,5 miliardi di euro di multa, ma grazie alla cancellazione dell'Imu, lo Stato si accontenterà di incassarne solo un quarto, più o meno 600 milioni di euro. Si tratta di un vero e proprio condono che andrà a favorire i gestori del gioco d'azzardo in Italia, finiti tutti nel mirino della magistratura contabile perché tra il 2004 e il 2006 si erano dimenticati di collegare le slot machine dei bar al sistema informatico della Sogei, la società di Information and communication technology del ministero dell'Economia e delle Finanze.

Ora il governo Letta e i partiti che lo sostengono, alla ricerca di fondi per mantenere le difficili e a volte insostenibili promesse economiche fatte in campagna elettorale, si accontenteranno di incassare subito il 25% di quella somma. A beneficiarne saranno i dieci gestori che erano stati incaricati dai Monopoli di Stato di mettere in rete le macchinette mangia soldi. Sono la Bplus, la Sisal Slot, la Cogetech, la Gamenet, la Snai, la Hbg, la Gmatica, la Cirsa Italia, la Codere e la Gtech. Molte di loro sono in mano a fondi di investimento con teste in Paesi offshore, altre hanno guai giudiziari, altre ancora hanno forti legami politici.

Il leader del comparto è la BPlus di Francesco Corallo, la cui famiglia era stata in passato segnalata dall'Antimafia per la vicinanza con il boss Nitto Santapaola. La BPlus invece di pagare 845 milioni di euro potrà sanare la sua posizione versando 211,2 milioni. Il suo leader, Francesco Corallo, vicino all'area di An attraverso l'ex parlamentare e rappresentante di BPlus, Amedeo Laboccetta (ora Pdl), è stato indagato per associazione per delinquere dalla procura di Milano e dopo 14 mesi di latitanza, in seguito a una ordinanza di arresto, ad agosto si è consegnato alle forze dell'ordine per difendersi dalle accuse. L'inchiesta milanese dei pm Roberto Pellicano e Mauro Clerici verteva proprio sul mondo dei giochi d'azzardo. Secondo le ricostruzioni della procura, esisteva un canale privilegiato per le società del settore per ottenere finanziamenti da parte della Banca Popolare di Milano. Qui regnavano indisturbati il presidente Massimo Ponzellini e il suo "tuttofare", Antonio Cannalire, a sua volta amico dell'ex braccio destro di Giulio Tremonti, Marco Milanese, ritenuto dagli inquirenti il referente parlamentare delle società attive nel settore dei giochi d'azzardo sui quali il governo di cui Tremonti era ministro dell'Economia si era mostrato molto attivo.

La Sisal, che pagherà 61,2 milioni al posto dei 245 contestati dalla Corte dei conti, è invece controllata dai fondi di investimento Permira, Apax e Clessidra, entrati nel 2006 nel capitale del gruppo, e in parte ancora dalla famiglia del fondatore, Geo Molo. Il figlio, Rodolfo, già presidente del gruppo passò la mano nel 1999 per un'inchiesta che lo portò a patteggiare nel 2001 una pena di 20 mesi per false fatturazioni finalizzata a creare fondi neri, mentre l'attuale amministratore delegato, Emilio Petrone, è stato indagato nell'ambito dell'inchiesta sulla Bpm, per i legami con Cannalire e per un presunto versamento di 860mila euro a Ponzellini per ottenere crediti facili.

La stessa sorte è toccata per un presunto versamento di 240mila euro anche all'imprenditore Alberto Tripi, uscito dal settore dopo che la sua società, la Almaviva ha ceduto nel 2011 la controllata GMatica al gruppo internazionale Novomatic, le cui sedi si snodano tra le "poco amiche" del Fisco, Svizzera e Austria. La Gmatica se la potrà cavare nei confronti della Corte dei Conti con una multa di 37,5 milioni al posto dei 150 contestati.

La Snai e la Cogetech, invece, entrambe partecipate da Investindustrial, il fondo estero della famiglia Bonomi, potranno uscire dal contenzioso con i magistrati contabili saldando rispettivamente 52,5 milioni e 63,7 milioni al posto dei 210 e 255 contestati. Nella Snai, Andrea Bonomi, socio di riferimento di Investindustrial e successore di Ponzellini alla presidenza della Popolare di Milano, condivide il controllo con banche e assicurazioni, mentre in Cogetech con altri soci finanziari.

La Gamenet avrà una multa ridotta a 63,7 milioni dai 235 milioni iniziali. Il condono favorirà l'azionista di riferimento, il fondo Trilantic Capital Partner, il cui principale referente è Vittorio Pignatti, un ex banchiere della Lehman Brothers, noto per essere stato uno dei consulenti di Roberto Colaninno nella scalata a Telecom Italia.

La Hbg pagherà 50 milioni e non 200, mentre la Gtech chiuderà il tutto con 25 milioni contro i 100 contestati. L'azionista di riferimento della prima è Antonio Porsia: quest'anno, a lui e ai vertici del gruppo, le Fiamme Gialle di Roma hanno sequestrato beni immobili e disponibilità finanziarie del valore complessivo di oltre 14 milioni di euro, perché dal 2007 in avanti, avrebbero trasferito attività del patrimonio della società all'estero e, in particolare, in Lussemburgo, per evitare la riscossione coattiva da parte dell'Erario. La seconda, più nota come Lottomatica, fa parte del gruppo De Agostini delle famiglie Drago-Boroli. Per loro niente di simile a Porsia, ma Marco Drago, il numero uno della holding del gruppo, la B&D Holding di Marco Drago e C. S. a. p. a., ha messo a verbale il 13 gennaio 2012, davanti al pm Eugenio Fusco nell'ambito dell'inchiesta sul tesoro occulto di Gianni Agnelli, di aver avuto conti offshore coi quali la sua famiglia ha acquistato dall'Avvocato alcuni posti barca a Port Beaulieu in Costa Azzurra. Conti poi scudati grazie alle leggi di Tremonti.

Le spagnole Codere e Cirsa, al 100 per cento rispettivamente del gruppo Codere Internacional e Cirsa di Cirsa international Gaming Corporation, avranno la possibilità di pagare 28,7 e 30 milioni, quando la multa originaria prevedeva per loro 115 e 120 milioni. Entrambe sono diventate famose in Italia con il boom delle sale Bingo, alla fine degli Anni 90. La prima si era alleata con Vittorio Casale, manager ai tempi considerato vicino a Massimo Dalema e diventato poi un immobiliarista che ruotava intorno alla Unipol di Giovanni Consorte: è stato arrestato due anni fa dalla procura di Milano per bancarotta fraudolenta, mentre la Codere oggi è tra i candidati a rilevare la Bplus di Corallo. La Cirsa invece fu conosciuta da tutti quando alla Festa dell'Unità del Testaccio di Roma aprì uno stand volante dove era possibile giocare alla nostrana tombola. Oltre al Bingo, le due società sono tra i leader nei mercati latini delle slot machine. 

di WALTER GALBIATI

 Fonte:http://www.repubblica.it/economia/2013/09/02/news/l_imu_salva_i_re_delle_slot_machine_un_condono_per_tutti_gli_operatori-65752382/

 

Nel decreto sull'Imu Letta ha regalato quasi due miliardi ai signori dell'azzardo, riducendo drasticamente le multe che avevano preso per aver truffato il fisco
(30 agosto 2013)
Stavolta il governo Letta ha fatto proprio "jackpot": da una parte abolisce l'Imu per la gioia di Berlusconi e, dall'altra, trova i soldi per cancellare la tassa facendo un bello sconto ai concessionari di slot machine.

Se l'esecutivo delle larghe intese ha infatti potuto sfoderare il suo colpo, lo deve a un dettaglio assai poco sbandierato in queste ore: gran parte della copertura finanziaria dovrebbe arrivare (ma il condizionale è d'obbligo) da un super sconto sulla multa comminata a dieci società attive nel business dell'azzardo. Società che, in cambio di un versamento rapido del contante, otterranno una bella agevolazione: dovranno infatti versare solo un quarto di quanto stabilito dalla Corte dei Conti, risparmiando così quasi due miliardi di euro.

Per capire meglio la vicenda serve però fare un passo indietro: nel 2012, dopo oltre 5 anni di battaglie legali, la Corte dei Conti commina una multa record da 2,5 miliardi di euro a dieci concessionarie di slot machine. La loro colpa, passata in primo grado, è quella di non aver collegato le macchine alla rete dei Monopoli che ne poteva controllare l'attività. Questa 'dimenticanza', andata avanti per anni, prevedeva multe pari a 50 euro per ogni ora di attività 'non collegata'.

Secondo la Guardia di finanza, e per la richiesta del pm che si occupava del caso, il conto da saldare era quindi di circa 90 miliardi di euro. La Corte dei Conti non la pensava così e decise di accogliere la richiesta subordinata di 'appena' 2,5 miliardi di euro.

Vista l'enormità delle cifra, assai comoda per manovre politiche di ogni tipo, l'idea di una sanatoria che potesse sbloccare subito parte dei fondi in cambio di una riduzione della multa girava da tempo. Pochi tra gli addetti ai lavori si sono quindi stupiti nel trovarla nella bozza del decreto legge sull'Imu, che adesso dovrà però passare dal Parlamento, dove l'opposizione e parte della maggioranza non sembrano essere troppo contenti della scelta fatta da Letta.

Sulla vicenda sono i deputati del Movimento 5 Stelle ad avere una posizione più dura. "E' evidente che il governo si è inginocchiato di fronte ai signori del gioco d'azzardo con uno scandaloso condono che riduce le sanzioni per i concessionari di slot e videopoker a poco più di un piatto di lenticchie, meno di un quarto della sanzione prevista'', si legge in una nota del gruppo del Movimento alla Camera.

Più di una lamentela arriva però anche dalle fila della maggioranza, in particolare dagli esponenti del Pd vicini al terzo settore. "Speriamo che ci sia un ripensamento sulla sanatoria delle multe sulle nuove slot", chiede Edoardo Patriarca, deputato modenese del Partito Democratico e componente della Commissione Affari Sociali. "Il gioco d'azzardo in Italia sta raggiungendo livelli patologici, con almeno 80 miliardi giocati ogni anno. Si tratta di un fenomeno che andrebbe limitato".

Come scritto poco sopra però, il gettito della sanatoria sulle slot è solo teorico. Leggendo le testate più vicine al mondo dell'azzardo infatti, si può scoprire un certo malumore persino nel settore: il decreto prevede infatti che la rata della multa sia pagata entro metà novembre. Centinaia di milioni di euro che, anche per società in un giro d'affari tanto ricco, non sono facili da reperire con così poco preavviso. Proprio per questo nelle bozze del decreto compare una soluzione alternativa: l'aumento delle imposte nel settore delle slot in caso di non adesione alla sanatoria da parte delle concessionarie, definita come un 'ricatto' dalla stampa di settore.

Il dettaglio finale, ciliegina sulla torta, è scoprire chi sarà il maggior beneficiario della sanatoria. Si chiama Francesco Corallo, fondatore della Bplus, arrestato lo scorso agosto per un giro di corruzione dopo una latitanza di oltre un anno. La società di Corallo, con un giro di affari da 30 miliardi di euro l'anno, avrebbe dovuto pagare una multa di 845 milioni. Con lo sconto del governo Letta diventeranno poco più di duecento.
Fonte: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/slot-il-condono-della-vergogna/2214087

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