ACQUA PUBBLICA-BENE COMUNE
Da anni io e la mia famiglia beviamo l'acqua della sorgente di Buceto....cominciamo con la promessa personale di NON COMPRARE o BERE acqua in bottiglia....diciamo no alla privatizzazione dell'acqua che consegnerà il business dell'acqua a quattro o cinque multinazionali.
Sorgente di Buceto
Il termine Buceto indica una delle più interessanti sorgenti dell’isola d’Ischia, che ha origine proprio nella parte orientale del Monte Buceto. La sorgente ha fornito acqua potabile agli ischitani sin dal passato e ha assicurato loro per lungo tempo la possibilità si svolgere tutte le attività,quelle agricole e quelle legate ai bisogni quotidiani.
L’etimologia del nome, leggendo antichi manoscritti, è varia. Il Pontano faceva derivare il nome da “abocaetus”, dalla moltitudine di uccelli che si affollavano intorno alla fonte, che scaturisce dal vertice del monte. Egli aggiunge che gli uccelli si abbeveravano e si rinfrescavano lì, perché nel resto dell’isola non c’erano molti rivoli d’acqua. Il Capaccio dice che Buceto deriva dal greco “bubulcus”, cioè luogo atto al pascolo dei buoi, ma è più probabile che fossero le pecore a poter pascolare nella pineta vicino la fonte. Il De Siano accosta il termine a “Docceto”, corrotto in “Bocceto”, perché l’acqua vi “doccia” (vena d’acqua che sgorga dalla roccia) dalla montagna argillosa.
Attraverso l’acquedotto dei Pilastri, le acque sorgive di Buceto, sono state trasportate fino al Borgo di Celsa, oggi Ischia Ponte. La fonte in un primo momento riuscì a soddisfare le esigenze della popolazione in continua crescita fino al 1800, quando l’acqua non fu più sufficiente alle diverse richieste.
Il termine Buceto indica una delle più interessanti sorgenti dell’isola d’Ischia, che ha origine proprio nella parte orientale del Monte Buceto. La sorgente ha fornito acqua potabile agli ischitani sin dal passato e ha assicurato loro per lungo tempo la possibilità si svolgere tutte le attività,quelle agricole e quelle legate ai bisogni quotidiani.
L’etimologia del nome, leggendo antichi manoscritti, è varia. Il Pontano faceva derivare il nome da “abocaetus”, dalla moltitudine di uccelli che si affollavano intorno alla fonte, che scaturisce dal vertice del monte. Egli aggiunge che gli uccelli si abbeveravano e si rinfrescavano lì, perché nel resto dell’isola non c’erano molti rivoli d’acqua. Il Capaccio dice che Buceto deriva dal greco “bubulcus”, cioè luogo atto al pascolo dei buoi, ma è più probabile che fossero le pecore a poter pascolare nella pineta vicino la fonte. Il De Siano accosta il termine a “Docceto”, corrotto in “Bocceto”, perché l’acqua vi “doccia” (vena d’acqua che sgorga dalla roccia) dalla montagna argillosa.
Attraverso l’acquedotto dei Pilastri, le acque sorgive di Buceto, sono state trasportate fino al Borgo di Celsa, oggi Ischia Ponte. La fonte in un primo momento riuscì a soddisfare le esigenze della popolazione in continua crescita fino al 1800, quando l’acqua non fu più sufficiente alle diverse richieste.
Fonte:http://www.ischia.it/sorgente-di-buceto
Dal Libro --BARANO D'ISCHIA STORIA--
DI G.G. CERVERA --A. DI LUSTRO
Dal Libro --BARANO D'ISCHIA STORIA--
DI G.G. CERVERA --A. DI LUSTRO
FOTO SORGENTE DI BUCETO 2012
"Has sudavit aquas cereris patientia curtae edocuit que famem ferre magistra sitis."
(Queste acque si sono ottenute col sacrificio sul cibo: la sete, da buona maestra, ha insegnato a sopportare la fame).
Mons. Girolamo Rocca, vescovo di Ischia, 1685.
Questa incisione decora la fontana di marmo attigua alla Chiesa Collegiata dello Spirito Santo (oggi luogo di culto del patrono di Ischia San Giovan Giuseppe della Croce) a Ischia Ponte. Con queste poche, sibilline parole, Mons.Girolamo Rocca, vescovo di Ischia sul finire del XVII secolo, salutava il primo rudimentale zampillare dell’acqua di Buceto nell’antico borgo di Celsa, a testimonianza degli enormi sacrifici fatti dalla Curia, e dal prelato in prima persona, per la realizzazione dell’Acquedotto, detto dei "Pilastri", che si trova al confine tra il comune di Ischia ed il comune di Barano.
Nella seconda metà del ‘500, a seguito della scomparsa della fonte autonoma di acqua potabile nei pressi dellaspiaggia di Cartaromana, era sorta l’esigenza di dotare l’antico borgo di Celsa di un sistema di approvigionamento idrico che scongiurasse il rischio concreto della sete, ben più grave di quello, pure molto sentito, della fame.
L’allora Vicerè di Napoli, Cardinale Antoine Perrenot de Granvelle (Cardinale Antonio di Granvela), concesse immediatamente al popolo una serie di immunità e di esenzioni fiscali per la realizzazione di un acquedotto che incanalasse le acque della sorgente di Buceto, in località Fiaiano (Barano d’Ischia), sino a Ischia Ponte - all’epoca, senza dubbio, la comunità civile e religiosa più importante dell’intera isola d’Ischia. L’incarico fu affidato al Governatore dell’isola, il cavaliere Orazio Tuttavilla che, soltanto dopo l’introduzione di una forte tassa sui cereali, a totale smentita, quindi, dell’indirizzo proveniente dal Regno, riuscì, nel 1590, nella posa della prima pietra.
L’opera, tra alterne vicende, terminò circa due secoli dopo, ma senza l’iniziativa testarda e coraggiosa di Mons.Girolamo Rocca probabilmente non sarebbe mai terminata. Questo volitivo vescovo, 80 anni dopo l’inizio dei lavori, assunse infatti su di sè l’enorme compito di sovrintendere alla realizzazione dei due ordini degli archi e dei condotti in cui far defluire l’acqua, facendo affidamento, tra l’altro, sulla sola iniziativa privata.
Nel 1759 l’opera fu finalmente terminata. Sulla facciata dell’antico palazzo comunale di Ischia Ponte, dove batte il pubblico orologio, una lapide marmorea commemora l'avvenimento, tacendo però incredibilmente del lavoro del vescovo Rocca che, quasi avesse presagito la personale "damnatio memoriae", aveva affidato il suo pensiero all’ironica incisione cui si è fatto riferimento in apertura.
Questo il testo della lapide commemorativa sul palazzo dell’orologio:
"D. O. M. Aquam ex fonte Buceti ad IV M. P. pubblico aere derivatam labroque ex tiburtino lapide ornatam et Turri in qua concilia fierent adpositam Addito horario Decuriones Pithecusan Utendam fruendam civibus dederunt. A. MDCC LVIIII."
(A Dio Ottimo Massimo - I decurioni ischitani diedero ai cittadini, perché ne usassero e godessero l'acqua derivata a pubbliche spese dalla sorgente di Buceto al quarto miglio, ed ornata di una vasca di travertino e diretta verso sì grande torre, ove si tenevano le adunanze ed aggiuntovi l'orologio. Anno 1759).
Oggi che la sorgente di Buceto non serve più il comune di Ischia resta traccia visiva di una monumentale e complessa opera di ingegneria idraulica che si estende per 550 mt dalla contrada dello Spalatriello fino all’inizio della salita che conduce in località Sant’Antuono.
Resta, beninteso, anche la sorgente, delle cui acque si servono ancora tanti ischitani (nei pressi di una piccola fontana pubblica fronte strada, a valle del Monte Rotaro, nella parte alta di Fiaiano), a ulteriore conferma della generosità della natura in quel luogo meraviglioso che è, e resta, l’isola d’Ischia.
(Queste acque si sono ottenute col sacrificio sul cibo: la sete, da buona maestra, ha insegnato a sopportare la fame).
Mons. Girolamo Rocca, vescovo di Ischia, 1685.
Questa incisione decora la fontana di marmo attigua alla Chiesa Collegiata dello Spirito Santo (oggi luogo di culto del patrono di Ischia San Giovan Giuseppe della Croce) a Ischia Ponte. Con queste poche, sibilline parole, Mons.Girolamo Rocca, vescovo di Ischia sul finire del XVII secolo, salutava il primo rudimentale zampillare dell’acqua di Buceto nell’antico borgo di Celsa, a testimonianza degli enormi sacrifici fatti dalla Curia, e dal prelato in prima persona, per la realizzazione dell’Acquedotto, detto dei "Pilastri", che si trova al confine tra il comune di Ischia ed il comune di Barano.
Nella seconda metà del ‘500, a seguito della scomparsa della fonte autonoma di acqua potabile nei pressi dellaspiaggia di Cartaromana, era sorta l’esigenza di dotare l’antico borgo di Celsa di un sistema di approvigionamento idrico che scongiurasse il rischio concreto della sete, ben più grave di quello, pure molto sentito, della fame.
L’allora Vicerè di Napoli, Cardinale Antoine Perrenot de Granvelle (Cardinale Antonio di Granvela), concesse immediatamente al popolo una serie di immunità e di esenzioni fiscali per la realizzazione di un acquedotto che incanalasse le acque della sorgente di Buceto, in località Fiaiano (Barano d’Ischia), sino a Ischia Ponte - all’epoca, senza dubbio, la comunità civile e religiosa più importante dell’intera isola d’Ischia. L’incarico fu affidato al Governatore dell’isola, il cavaliere Orazio Tuttavilla che, soltanto dopo l’introduzione di una forte tassa sui cereali, a totale smentita, quindi, dell’indirizzo proveniente dal Regno, riuscì, nel 1590, nella posa della prima pietra.
L’opera, tra alterne vicende, terminò circa due secoli dopo, ma senza l’iniziativa testarda e coraggiosa di Mons.Girolamo Rocca probabilmente non sarebbe mai terminata. Questo volitivo vescovo, 80 anni dopo l’inizio dei lavori, assunse infatti su di sè l’enorme compito di sovrintendere alla realizzazione dei due ordini degli archi e dei condotti in cui far defluire l’acqua, facendo affidamento, tra l’altro, sulla sola iniziativa privata.
Nel 1759 l’opera fu finalmente terminata. Sulla facciata dell’antico palazzo comunale di Ischia Ponte, dove batte il pubblico orologio, una lapide marmorea commemora l'avvenimento, tacendo però incredibilmente del lavoro del vescovo Rocca che, quasi avesse presagito la personale "damnatio memoriae", aveva affidato il suo pensiero all’ironica incisione cui si è fatto riferimento in apertura.
Questo il testo della lapide commemorativa sul palazzo dell’orologio:
"D. O. M. Aquam ex fonte Buceti ad IV M. P. pubblico aere derivatam labroque ex tiburtino lapide ornatam et Turri in qua concilia fierent adpositam Addito horario Decuriones Pithecusan Utendam fruendam civibus dederunt. A. MDCC LVIIII."
(A Dio Ottimo Massimo - I decurioni ischitani diedero ai cittadini, perché ne usassero e godessero l'acqua derivata a pubbliche spese dalla sorgente di Buceto al quarto miglio, ed ornata di una vasca di travertino e diretta verso sì grande torre, ove si tenevano le adunanze ed aggiuntovi l'orologio. Anno 1759).
Oggi che la sorgente di Buceto non serve più il comune di Ischia resta traccia visiva di una monumentale e complessa opera di ingegneria idraulica che si estende per 550 mt dalla contrada dello Spalatriello fino all’inizio della salita che conduce in località Sant’Antuono.
Resta, beninteso, anche la sorgente, delle cui acque si servono ancora tanti ischitani (nei pressi di una piccola fontana pubblica fronte strada, a valle del Monte Rotaro, nella parte alta di Fiaiano), a ulteriore conferma della generosità della natura in quel luogo meraviglioso che è, e resta, l’isola d’Ischia.
La storia
dell'ACQUA IN BOTTIGLIA con Annie Leonard
Come la “domanda
costruita” invoglia a ciò che non è necessario e distrugge ciò che ci serve di
più.
Questa è la storia di un mondo ossessionato dai beni
materiali. E' la storia di un sistema in crisi. Stiamo distruggendo il pianeta,
ci stiamo distruggendo a vicenda, e non ci stiamo neanche divertendo.
La cosa positiva è che quando iniziamo a capire il sistema,
cominciamo a cedere tanti punti su cui intervenire e trasformare questi
problemi in soluzioni.
Uno dei problemi del cercare di utilizzare meno beni
materiali e che a volte ci sembra che ne abbiamo davvero bisogno.
Come fareste se viveste in una città, come....Cleveland e
voleste un bicchiere d'acqua? Correreste il “rischio” e lo prendereste dal
rubinetto? O andreste a cercare una bottiglia d'acqua che proviene dalle
foreste pluviali incontaminate delle Fiji?
Beh, il marchio di acqua Fiji ha pensato che la risposta a
questa domanda fosse ovvia.
Così ha creato un'intera campagna pubblicitaria su questo concetto.
E' risultata essere una delle mosse più stupide nella storia della pubblicità.
Alla città di Cleveland non piacque essere oggetto di
scherno della “Fiji” così hanno fatto dei test e … indovinate? Questi test
hanno mostrato che un bicchiere di acqua Fiji è di qualità inferiore, perde i
test del gusto rispetto all'acqua del rubinetto di Cleveland e costa migliaia
di volte tanto.
Questa storia è tipica di quando si esegue il test
comparativo tra acqua in bottiglia e del rubinetto. E' più pulita? A volte sì,
a volte no. Per molti versi l'acqua in bottiglia è meno regolamentata
dell'acqua del rubinetto. E' questione di gusto? Nei test di gusto, in tutta la
nazione, la gente preferisce sempre l'acqua del rubinetto all'acqua in
bottiglia!
Queste aziende di acqua in bottiglia dicono che assolvono
solo le richieste dei consumatori, ma chi richiederebbe un prodotto meno
sostenibile, meno gustoso e di gran lunga più costoso, specialmente quando lo
può avere praticamente gratis in cucina? L'acqua in bottiglia costa 2000 volte
tanti quella del rubinetto, vi immaginate pagare 2000 volte tanto per qualunque
altra cosa? Che ve ne pare di un panino da 10'000 euro?
Eppure le persone negli Stati Uniti acquistano più di MEZZO
MILIARDO di bottiglie d'acqua OGNI SETTIMANA. Sono abbastanza per circondare il
mondo oltre 5 volte.
Come si è arrivati a questo? Beh, tutto si rifà a come
funziona la nostra economia dei materiali, e uno dei suoi fattori chiave
conosciuto come “domanda costruita” Se le aziende vogliono continuare a
crescere, devono continuare a vendere sempre più beni materiali! Negli anni '70
le gigantesche aziende produttrici di bibite si preoccuparono nel vedere
stabilizzarsi le loro prospettive di crescita; c'è un limite alla quantità di
soda che una persona può bere. Inoltre dopo non molto tempo, la gente avrebbe
capito che non è così salutare, e sarebbe tornata a (sorpresa) a bere acqua del
rubinetto.
Beh, le aziende trovarono la loro successiva grande idea, in
un prodotto dal design sciocco che la maggior parte della gente derise come una
moda di passaggio. L'acqua è gratis” rispose la gente Cos'altro vogliono
venderci? L'aria? Quindi, come riuscire a vendere questo prodotto di nicchia?
Semplice Si “costruisce la domanda”! Come si fa? Bene, immaginate di essere a
capo di un'azienda di acqua in bottiglia. Siccome le persone non fanno la fila
per scambiare i loro soldi duramente guadagnati con prodotti inutili, le si fa
sentire inpaurite ed insicure qualora non li avessero. E è esattamente quello
che ha fatto l'industria dell'acqua in bottiglia
Una delle loro prime tattiche di marketing è stata
spaventare la gente a proposito dell'acqua del rubinetto, con annunci come
quelli della campagna Fiji di Cleveland. “Quando avremo finito” disse un
dirigente dell'acqua in bottiglia “l'acqua del rubinetto sarà relegata alle
docce e al lavaggio dei piatti”.
Poi nascondi la realtà del tuo prodotto dietro immagini di
PURA FANTASIA. Avete mai notato come l'acqua in bottiglia cerca di sedurci, con
immagini di rivoli di montagna e natura incontaminata? Ma indovinate da dove
proviene 1/3 di tutte le bottiglie d'acqua negli USA? Dal Rubinetto! La
Aquafina della Pepsi e la Dasani della Coca Cola, sono 2 dei molti marchi che
sono solo acqua del rubinetto filtrata.
Ma la bugia della natura incontaminata va ben oltre. In un
recente annuncio a tutta pagina, la Nestlè ha detto:”l'acqua in bottiglia è il
prodotto consumer più rispettoso dell'ambiente al mondo”. CHE COSA? Stanno
distruggendo l'ambiente per l'intero ciclo di vita del prodotto! Di preciso,
COME è rispettoso dell'ambiente? Il problema inizia qui, con l'estrazione e la
produzione, dove il petrolio è utilizzato per fare le bottiglie di plastica.
Ogni anno, fare le bottiglie utilizzate negli USA, consuma
petrolio ed energia sufficiente, per fare il pieno ad UN MILIONE di auto!
Tutta quell'energia spesa per fare le bottiglie ancora di
più per trasportarle in giro per il pianeta, poi le beviamo in circa DUE
MINUTI. Il che porta al grande problema dall'altro capo del ciclo di vita: lo
smaltimento dei rifiuti. Cosa succede a tutte queste bottiglie quando abbiamo
finito? L'80% va in discarica, dove resteranno per centinaia di anni, oppure in
inceneritori (termovalorizzatori) dove sono bruciate rilasciando inquindamento
tossico. Il resto, è raccolto per il riciclo.
Ero curiosa di sapere dove finiscono le bottiglie che metto
nella raccolta differenziata. Ho scoperto che carichi navali le portano in
India. Allora ci sono andata. Non dimenticherà mai quando, guidando su una
collina fuori Madras, sono arrivata faccia a faccia con una montagna di
bottiglie di plastica dalla California. Il vero riciclo trasformerebbe queste
bottiglie in altre bottiglie, ma questo NON E' cio' che stava avvenendo qui.
Invece queste bottiglie erano destinate ad essere “peggio-ciclate”. Cioè
trasformate in prodotti di minor qualità, destinati a diventare rifiuto in
seguito. Le parti che non possono essere “peggio-ciclate” vengono gettate via
qui, trasportate fino all'india solo per essere scaricate nel giardino di qualcun'altro.
Se le aziende d'acqua in bottiglia vogliono usare le montagne nelle loro
etichette, sarebbe più appropriato mostrare una di queste montagne di rifiuti
di plastica.
Spaventarci, sedurci, e indurci in errore! Queste strategie
sono tutte parti chiave di “costruire la domanda” Una volta che hanno costruito
tutta questa domanda creando un nuovo mercato plurimiliardario, lo difendono
massacrando la concorrenza, ma in questo caso la concorrenza è il nostro
diritto umano fondamentale: bere acqua pulita e sicura. Il vice di Pepsi ha
detto pubblicamente: “Il nemico più grande è l'acqua di rubinetto”.
Vogliono che pensiamo che è sporca e che quella in bottiglia
è la miglior alternativa. In molti posti pubblici l'acqua è inquinata grazie ad
aziende inquinanti come.....l'industria delle bottiglie di plastica!!! E quei
tizi dell'acqua in bottiglia sono molto felici di offrire le loro costose
soluzioni, che si mantengono chiavi dei loro prodotti. E' tempo di ritornare al
rubinetto.
Cominciamo con la promessa personale di NON COMPRARE o bere
acqua in bottiglia, a meno che l'acqua nella vostra comunità non sia DAVVERO
insalubre. Sì, ci vuole un po' di organizzazione per prendere una bottiglia
riusabile uscendo di casa, ma penso che possiamo farcela. Quindi, andiamo al
passo successivo: prendiamo parte di una campagna che lavora per soluzioni
REALI, come richiedere investimenti in acqua del rubinetto pulita per tutti.
Negli USA l'acqua del rubinetto è in debito di 24 miliardi di dollari!
In parte perchè la gente pensa che l'acqua da bere provenda
solo da una bottiglia! In tutto il mondo proprio ora un miliardo di persone NON
ha accesso ad acqua pulita! Eppure ovunque le città stanno spendendo milioni di
dollari, per gestire la plastica dell bottiglie che buttiamo. Come sarebbe se
questi soldi fossero spesi per migliorare i nostri sistemi idrici, o meglio
ancora per evitare l'inquinamento che proviene da qui?
Ci sono molte altre cose che possiamo fare per risolvere
questo problema: Richiedere alle autorità cittadine di rimettere le fontane;
lavorare per bandire l'acquisto di bottiglie d'acqua nella tua scuola, nella
tua organizzazione o intera città.
Questa è un'enorme opportunità di svegliarsi per milioni di
persone e proteggere i nostri portafogli, la nostra salute ed il pianeta. La
buona notizia è che tutto questo è già iniziato. Le vendite dell'acqua in
bottiglia hanno iniziato a crollare, mentre gli affari stanno esplodendo per le
bottiglie riutilizzabili. Oh, SI' I ristoranti stanno orgogliosamente servendo
acqua del rubinetto, e la gente sta scegliendo di risparmiare le centinaia di
migliaia di dollari, che starebbero altrimenti buttando via con l'acqua in
bottiglia. Portare con se acqua in bottiglia sta per diventare “figo” come
fumare incinta. Ora sappiamo che c'è di meglio! L'industria dell'acqua in
bottiglia si sta preoccupando perchè è finita la pacchia.; noi non compreremo
più grazie alla loro “domanda costruita”. Grazie, ma ora sceglieremo noi le
nostre richieste, e richiediamo acqua sicura e pulita per tutti.
Fonte:www.benessereinternolordo.net/.../La%20storia%20dell'acqua%20in%20..
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