venerdì 28 dicembre 2012

LA TRAPPOLA DELL'EURO..... LA CRISI..LE CAUSE..LE CONSEGUENZE.. LA VIA D'USCITA.......





LA TRAPPOLA DELL'EURO.....
LA CRISI..LE CAUSE..LE CONSEGUENZE..
LA VIA D'USCITA.......

Sinossi: Un’analisi che svela i motivi per cui le ragioni della crisi dell’eurozona vanno ricercate nell’appartenenza stessa alla moneta unica e nelle spinte alla libera circolazione di merci, servizi e capitali di cui è intrisa l’intera architettura dell’Unione Europea.
Il testo descrive i nessi e i legami fra l’euro e la necessità di introdurre riforme regressive nel mondo del lavoro, fra il “fiscal compact”, le proposte per una nuova governance della UE e le modifiche costituzionali in corso, fra la crisi economica e quella politica e dei partiti, e mette in luce le conseguenze di tutto ciò in termini di depauperamento delle condizioni di vita dei ceti medi e popolari, e di restringimento degli spazi di democrazia.
Gli autori criticano le proposte di maggiore integrazione politica ed indicano la via d’uscita dalla crisi nell’abbandono della moneta unica e dell’Unione Europea, fornendo risposte chiare a tutte le principali obiezioni a questa proposta che finora sono emerse nel dibattito pubblico.
Non manca uno sguardo al sistema politico attuale, ed alle novità che presenta, dalla nascita di soggetti politici potenzialmente in grado di scompaginarne gli assetti, al consolidamento di idee e proposte che da tempo stanno emergendo dalla società civile, come quelle incentrate sul concetto di “decrescita”.
Prefazione di Alberto Bagnai.


La trappola dell'euro - Marino Badiale

Pubblicato in data 23/dic/2012
Presentazione de "La trappola dell'euro" presso il dipartimento di Scienze Politiche dell'università di Genova.

La trappola dell'euro - Fabrizio Tringali

giovedì 27 dicembre 2012

La nuova Matematica finanziaria e l’attuale crisi economica...... terza parte


La nuova Matematica finanziaria e l’attuale crisi economica......

terza parte

Da qualche tempo i matematici guardano con particolare interesse al mondo finanziario. Propongono nuovi strumenti per la sua analisi e per tenere sotto controllo le sue turbolenze. Ma allora perché non sono riusciti a prevedere la crisi di questi anni? Hanno forse delle precise responsabilità? A livello tecnico? A livello etico? Su questi temi si è aperto un vivace dibattito su The Mathematical Intelligencer. Ne riportiamo alcuni momenti .........

Jonathan Korman


Ha conseguito un Ph.D nel 2002 in Teoria delle rappresentazioni p-adiche. Attualmente le sue ricerche riguardano il trasporto ottimo. Contemporaneamente è anche artista e tiene alcuni corsi presso l’Ontario College of Art and Design.

Il mio punto di vista

Durante gli ultimi quindici anni ho visto molte persone, di cui alcune veramente talentuose, convertirsi a lavori finanziari. Inizialmente indirizzate verso la carriera matematica, non avevano mai avuto nessun interesse per la finanza ma ugualmente sono finite a lavorare per le banche. Per molti, il punto di svolta è arrivato quando, appena laureati, si sono dovuti misurare con la realtà del mercato del lavoro. Le banche stanno così ricavando molto talento dalla società, assumendo matematici che avrebbero potuto impiegare il loro talento in altri campi. Visto il danno che l’industria finanziaria ha inflitto alla società, verrebbe da pensare che si sia fatto un cattivo uso di quel talento.
Nel suo articolo, Marc Rogalski ricorda che l’industria finanziaria è la parte del meccanismo della “lotta di classe per la suddivisione del plusvalore” designata a incrementare i profitti degli azionisti a spese della classe lavoratrice. La lezione della recente crisi, che la società debba essere protetta dalle istituzioni finanziarie, non è nuova. Oggi si tende a ridurre tutto alla richiesta di maggiori e più precise regole ma Rogalski ci chiede anche di tenere a mente che la costante pretesa di enormi profitti da parte dei banchieri li mette in conflitto con la società. Le regole possono rallentare il loro attacco ma non rimuoveranno la minaccia. Il problema fondamentale non può essere ridotto scaricando la colpa su “poche mele marce”. L’attuale crisi finanziaria ha portato questo stato di cose alla coscienza dell’opinione pubblica. Ora è tempo di farsi delle domande.

mercoledì 26 dicembre 2012

EUROPA......FINALE DI PARTITA?....Un articolo di Jaques Sapir tradotto da Curzio Bettio.

EUROPA......FINALE DI PARTITA?

CopyLeft: Jacques Sapir
Un articolo di Jaques Sapir tradotto da Curzio Bettio.


Jacques Sapir


Diplomato IEPP nel 1976, ha sostenuto un terzo ciclo di Dottorato di organizzazione del lavoro in URSS tra il 1920 e il 1940 (EHESS, 1980) e poi un dottorato di ricerca in economia, dedicato ai cicli di investimento nel economia sovietica (Parigi-X, 1986). 
Ha insegnato macroeconomia e economia finanziaria presso l'Università di Paris-X Nanterre 1982-1990, e ENSAE (1989-1996) prima di unirsi alla Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales nel 1990. E 'direttore degli studi dal 1996 e dirige il Centro per gli Studi di Industrializzazione metodi (CEMI-EHESS). Ha insegnato anche in russo Scuola Superiore di Economia (1993-2000) e presso la Facoltà di Economia di Mosca dal 2005.
Egli conduce il gruppo di ricerca del IRSES FMSH, e co-organizzato con l'Istituto di previsione dell'economia nazionale (IPEN-ASR) franco-russa seminario sui problemi finanziari e monetari dello sviluppo della Russia.


Il processo definito “costruzione europea”, con la situazione di stallo che si è venuta a creare sulla pianificazione di bilancio dell’Unione europea per gli anni 2014-2020, e in secondo luogo per il bilancio 2013, sta subendo un triplice fallimento: economico, politico e simbolico. La questione simbolica è certamente più importante. Questa situazione di stallo, ben che vada durerà fino all’inizio del 2013, arriva dopo il blocco dell’inizio di questa settimana sulla questione degli aiuti da accordare alla Grecia, e dopo i negoziati estremamente duri relativi alla partecipazione rispettiva degli Stati nell’ambito del gruppo aeronautico EADS, e di conseguenza di una riduzione importante delle ambizioni dell’Europa spaziale. È altamente simbolico che questi avvenimenti si siano succeduti tutti in un periodo di otto giorni. Ciò sta a dimostrare l’esaurimento definitivo dell’Unione europea nell’incarnare l’“idea di Europa”.

Un fallimento economico
La questione del bilancio dell’Unione europea è economicamente importante. Non tanto per le somme in gioco. Il contributo al bilancio dell’Unione europea ha raggiunto l’1,26% del PIL dei differenti paesi. Quindi, per il 2013 sono previsti 138 miliardi di euro. Ma è l’esiguità di questa somma che pone dei problemi. Nel momento in cui l’Eurozona, un sottoinsieme dell’Unione europea (UE), è in recessione, e questa condizione si protrarrà certamente nel 2013 e nel 2014, la logica avrebbe voluto che si fosse raggiunto un accordo su un bilancio di rilancio, sia per promuovere la domanda che per favorire politiche dell’offerta e della competitività in alcuni paesi. Ora, ciò che si è prodotto va esattamente nella direzione contraria. È chiaro che ogni paese tende ad andare in ordine sparso, pur dovendo sottostare alle regole di austerità fiscale, per giunta istituzionalizzate dall’ultimo trattato dell’UE, e questo non è il minore dei paradossi! Gli egoismi vengono a galla da ogni parte e, in incontri come quello tenutosi nella notte fra giovedì 22 e venerdì 23 novembre a Bruxelles, trovano il campo chiuso ideale per i loro confronti e scontri.
Nella situazione attuale, risulta evidente che la recessione non potrà essere combattuta in modo efficace se non da una combinazione di politiche volte a rilanciare la domanda e l’offerta. Queste politiche sono state quantificate. Esse prevedono, solo per la ripresa di competitività, che vengano impiegati nei quattro paesi dell’Europa meridionale (Spagna, Grecia, Italia e Portogallo), circa 257 miliardi di euro l’anno, come è stato stabilito in una nota precedente (1). 
Se si volesse essere coerenti, bisognerebbe effettivamente aggiungere almeno 100 miliardi di euro a questa somma per finanziare grandi progetti, permettendo così di armonizzare la competitività fra tutti i paesi. Questa spesa aggiuntiva di 357 miliardi di euro, rispetto ad un budget di circa 138 miliardi, è importante. Ciò implicherebbe che il bilancio verrebbe aumentato dall’1,26% al 4,5%.
In realtà, il problema è ben più complicato.
I 138 miliardi previsti per il bilancio 2013 danno luogo a rimandi, più o meno importanti, per tutti i paesi dell’UE. Sui 357 miliardi che sarebbero necessari da impegnare in più, 257 miliardi sarebberotrasferimenti netti destinati ai quattro paesi del Sud-Europa già citati. E però questi miliardi dovrebbero essere forniti dagli altri Stati, che in buona sostanza non potrebbero essere che la Germania, l’Austria, la Finlandia e l’Olanda. Questo ci porta a concludere che dovrebbe essere la Germania da sola a contribuire per l’ammontare dell’85%-90% di questa somma, il che rappresenterebbe in trasferimenti netti fra l’8,5% e il 9% del suo PIL annuo. Su un periodo di dieci anni si arriverebbe a 3570 miliardi di euro del ​​bilancio totale.
Quando si parla, con la voce in singhiozzo e le lacrime agli occhi, di “federalismo europeo”, è di questo che in realtà si sta parlando, perché senza significativi trasferimenti niente federalismo!
Rispetto a ciò, è da sottolineare che i dirigenti europei non sono riusciti a mettersi d’accordo su una cifra di 978 miliardi di euro da spalmarsi su 7 anni (2014-2020), quando per il medesimo periodo si trattava di 2499 miliardi in più che avrebbero dovuto finanziare. Si misuri l’immensità del compito e la sua impossibilità, nelle attuali circostanze. A questo proposito, questo scacco, probabilmente temporaneo in quanto una soluzione di compromesso non soddisfacente per nessuno e nulla risolvente comunque si troverà entro la fine del gennaio 2013, assume il suo pieno significato.

martedì 25 dicembre 2012

La nuova Matematica finanziaria e l’attuale crisi economica....... seconda parte


La nuova Matematica finanziaria e l’attuale crisi economica.......

seconda parte

Da qualche tempo i matematici guardano con particolare interesse al mondo finanziario. Propongono nuovi strumenti per la sua analisi e per tenere sotto controllo le sue turbolenze. Ma allora perché non sono riusciti a prevedere la crisi di questi anni? Hanno forse delle precise responsabilità? A livello tecnico? A livello etico? Su questi temi si è aperto un vivace dibattito su The Mathematical Intelligencer. Ne riportiamo alcuni momenti ........

Ivar Ekeland



E' attualmente “Canada Research Chair” all’University of British Columbia. È stato direttore del Pacific Institute of Mathematical Sciences dal 2003 al 2008 e prima docente all’Universitàdi Parigi-Dauphine, di cui è anche stato presidente dal 1989 al 1994. Molto noto per i suoi lavori in Matematica, Economia e Finanza, è anche conosciuto da un pubblico più ampio per esposizioni divulgative come Mathematics and the Unexpected e The Best of All Possible Worlds, tradotte anche in italiano da Bollati Boringhieri (Come funziona il caos. Dal moto dei pianeti all’effetto farfalla, 2010, e Il migliore dei mondi possibili, 2002)

Una replica

Ci sono tre teoremi fondamentali in Matematica finanziaria:
TEOREMA 1: se non prendi nessun rischio, avrai tassi di interesse a rischio zero.
Un rischio è una qualsiasi cosa che possa ostacolare il recupero dei soldi investiti: si acquistano merci, titoli di stato, obbligazioni e i prezzi si abbassano (rischio di mercato ); la società va in default(rischio di credito); il governo nazionalizza la società senza compensazione (rischio politico); i mercati finanziari smettono di funzionare (rischio sistemico).
TEOREMA 2: se non prendi nessun rischio, avrai tassi di interesse a rischio zero.
Non esistono investimenti a rischio zero. Per esempio, è rischioso acquistare titoli di stato USA a causa delle fluttuazioni del loro valore di rivendita (quando i tassi di interesse salgono, il prezzo dei titoli cala). La realtà che più si avvicina a un tasso d’interesse a rischio zero è l’interesse su base giornaliera. Si investono i soldi oggi e li si ritirano domani con l’interesse maturato. È veramente improbabile un fallimento della banca durante la notte. Attualmente, il tasso d’interesse giornaliero è praticamente nullo. In tempi migliori, era intorno al 2% annuale.
TEOREMA 3: se non prendi nessun rischio, avrai tassi di interesse a rischio zero.
Come immediato corollario, per tutti quelli che hanno qualche competenza di Matematica, segue che un tasso d’interesse superiore a quello a rischio zero comporta un rischio. Questa è la prima lezione della teoria: se qualcuno, in un momento qualsiasi, ci viene a garantire un tasso d’interesse del 10%, bisogna subito metterlo alla porta. Dai teoremi 1, 2 e 3 segue che un tasso del 10%, ben superiore a quello di rischio zero, comporta un investimento rischioso e chiunque ci dica che non c’è rischio sta mentendo. Come è ovvio: più alto è il tasso di ritorno, più alto è il rischio. Se affidiamo i nostri soldi a una persona che ci promette di raddoppiarli in un anno, è molto probabile che non la rivedremo più. Rendimenti del 10% o del 20%su base annua non sono sostenibili a lungo termine: durante questo lasso di tempo è destinato a prodursi un qualche evento che spazzerà via in un solo colpo tutti i guadagni accumulati. Tutti gli investitori che negli anni precedenti hanno goduto di un simile rendimento durante l’era Greenspan, si stavano prendendo un rischio che si è poi verificato nel 2009. Ma che cosa sapevano realmente? Negli Stati Uniti, la Securities and Exchange Commission ha richiesto dei fondi per avvertire gli investitori che “le prestazioni del passato non garantiscono i risultati futuri”. In Gran Bretagna sui volantini promozionali deve obbligatoriamente essere riportata la menzione “i prezzi delle merci possono ribassarsi come salire”. Ma questi avvertimenti sono stampati nel carattere più piccolo che si sia mai visto e non è da credersi che saranno i venditori a richiamarvi l’attenzione degli investitori. Anche nell’industria finanziaria vi è la credenza irrazionale che i periodi felici siano destinati a continuare. Mi viene in mente Laplace che, a quanto si dice, era intenzionato a scommettere d+2 contro 1 che all’indomani il sole sarebbe sorto di nuovo, basandosi sul fatto che era indubitabilmente sorto per dvolte consecutive in passato. Più a lungo il mercato è in rialzo, più si avrà fiducia che continuerà a esserlo. Ma sfortunatamente non è ciò che ci dicono i modelli matematici e nemmeno quello che ci ha insegnato la storia. Questa è, a mio avviso, una forte ragione per affidarsi di più – e non di meno – alla Matematica finanziaria. Se questa legge di ferro della finanza fosse conosciuta al pubblico almeno quanto lo è – diciamo – la legge della gravitazione universale, ci sarebbero meno delusioni e i venditori privi di scrupoli troverebbero molte più difficoltà a spacciare affari rischiosi come fossero privi di rischio.

domenica 23 dicembre 2012

La nuova Matematica finanziaria e l’attuale crisi economica............


La nuova Matematica finanziaria e l’attuale crisi economica............

prima parte

Da qualche tempo i matematici guardano con particolare interesse al mondo finanziario. Propongono nuovi strumenti per la sua analisi e per tenere sotto controllo le sue turbolenze. Ma allora perché non sono riusciti a prevedere la crisi di questi anni? Hanno forse delle precise responsabilità? A livello tecnico? A livello etico? Su questi temi si è aperto un vivace dibattito su The Mathematical Intelligencer. Ne riportiamo alcuni momenti .........

Marc Rogalski


Ha lavorato per molti anni in Francia all’Università Lille I (Sciences et Technologies), nel laboratorio “Paul Painlevé”. Adesso è professore emerito. La sua ricerca ha riguardato principalmente la convessità in infinite dimensioni. Ora continua le sue attività a Parigi-Jussieu, nel gruppo fondato da Gustave Choquet, che anni fa è stato suo relatore di tesi. Un altro suo grande interesse è l’insegnamento della Matematica, sia a livello secondario che universitario.

Matematica e finanza: un disagio etico

La recente crisi finanziaria e la successiva crisi economica e sociale hanno richiamato l’attenzione sul ruolo che la Matematica ha giocato, a partire dagli anni ’70, nella finanza internazionale. I matematici possono essere considerati responsabili della crisi? La domanda, sollevata da diversi media, ha imposto nell’agenda dei matematici il tema dell’etica implicata dalla loro disciplina ma finora questo dibattito si è svolto sotto voce. Le critiche pubbliche sono state poche e la maggior parte dei commenti ha riguardato più che altro il ruolo tecnico svolto dalla Matematica in campo finanziario. Lo scopo di questo articolo è di proporre qualche riflessione che sottolinei invece il ruolo politico e sociale della nuova Matematica finanziaria. Mi riferisco al caso francese ma, verosimilmente, la stessa analisi è valida per molti altri Paesi occidentali.
Un disagio di lunga data, che peggiora improvvisamente
Una versione preliminare di questo articolo è stata rifiutata dallaGazette des Mathématiciens, rivista pubblicata dalla Société Mathématique de France, sulla base del giudizio che “i nostri lettori potrebbero provare una certa noia verso questioni di Matematica finanziaria”. C’è disagio nell’aria, ma parlarne potrebbe essere noioso. Eppure il disagio dei matematici francesi verso l’applicazione della loromateria alla finanza non è certo una novità. Uno dei suoi primi sintomi risale già a qualche anno fa. Durante un incontro del marzo 1997 (sponsorizzato tra l’altro dalla Société Mathématique de France) Ivar Ekeland, che presumibilmente voleva mostrare come la Matematica potesse essere particolarmente efficace, fece la seguente asserzione: “Negli ultimi 15 anni, il flusso di azioni a livello mondiale è cresciuto di 10.000 volte”. Rimasi allibito da questa affermazione e ancora più dall’assenza di reazioni da parte della platea di eminenti matematici che era presente: dopo tutto, se gli scambi di beni e servizi si fossero veramente incrementati di 10.000 volte, sicuramente ce ne saremmo accorti! Doveva quindi trattarsi di una crescita parassitaria del settore finanziario avvenuta – secondo Ekeland – proprio grazie alla Matematica.
Dopo è arrivata la crisi finanziaria ed economica, a cui sono seguite numerose polemiche sui giornali a proposito del ruolo e della responsabilità della Matematica. Ho cercato di fare del mio meglio per seguire queste discussioni (e non è cosa semplice per chi non conosce le tecniche della Matematica Finanziaria e che conosce ben poco la stessa finanza). Molte delle questioni sollevate e molti degli argomenti proposti mi sono sembrati abbastanza fuorvianti rispetto al tema principale. Come Ivar Ekeland dice nella sua notevole relazione “Modèles économiques emorales” del gennaio 2009, uscita su Pour la Science, l’Economia (e quindi la finanza, pur matematizzata) è solo una tecnica e sta alla politica sceglierne il particolare utilizzo. Come utilizzarla, e per chi, è proprio la questione cruciale.
Per quali interessi si è sviluppata la Matematica finanziaria?

venerdì 14 dicembre 2012

Euro, mercati, democrazia ......... Scenari e proposte per superare la crisi .......... Facoltà di Economia, Università Gabriele d'Annunzio 1º Dicembre 2012

Euro, mercati, democrazia .........

Scenari e proposte per superare la crisi ..........

Facoltà di Economia, Università Gabriele d'Annunzio

1º Dicembre 2012 



"Il tramonto dell'Euro" e il compleanno di Goofynomics - Alberto Bagnai




Pubblicato in data 07/dic/2012
Euro, mercati, democrazia
Scenari e proposte per superare la crisi
1º Dicembre 2012, Facoltà di Economia, Università Gabriele d'Annunzio
(riprese & editing Tommaso Dradi, licenza CC BY-SA-NC)





L'euro non è una moneta, l'euro è un metodo di governo!

Pubblicato in data 02/dic/2012
Post correlato: http://www.ecodellarete.net/code/xslt.aspx?p=52023

Vi presento il primo video ricavato dalle riprese effettuate in occasione del "Compleanno di Goofy", l'allegro convivio del blog collettivo Goofynomics gestito da Alberto Bagnai, svoltosi a Pescara il primo dicembre 2012.








L'intervento del Prof. Cesare Pozzi

                                     "Competitività e moneta unica" 





Pubblicato in data 05/dic/2012
Post correlato: http://www.ecodellarete.net/code/xslt.aspx?p=52046

L'intervento del Prof. Cesare Pozzi al convegno "Euro, mercati, democrazia - Scenari e proposte per superare la crisi - 1º Dicembre 2012, Facoltà di Economia, Università Gabriele d'Annunzio"

Area euro, mercantilismo e violazioni dei trattati - Luciano Barra Caracciolo




mercoledì 12 dicembre 2012

Salviamo il Movimento 5 Stelle! Messaggio a Beppe Grillo......



Salviamo il Movimento 5 Stelle! Messaggio a Beppe Grillo......




Pubblicato in data 12/dic/2012
Messaggio a Beppe Grillo, a tutti gli amici a amiche del Movimento 5 stelle, e a tutti coloro a cui sta a cuore la partecipazione democratica per risolvere il problemi di questo paese allo sfascio.

Alcuni link ai riferimenti in questo video
Github: https://github.com
Clay Shirky: Come Internet trasformerà (un giorno) il governo:http://www.ted.com/talks/lang/it/clay_shirky_how_the_internet_will_one_day_tr...
Il mio video per il blog di Beppe "Copenhagen, cronaca di un accordo fallito: intervista a Federico Pistono":http://www.youtube.com/watch?v=9h6yLnwu2oE

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My Site: http://federicopistono.org
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sabato 8 dicembre 2012

OGGI E' IL GIORNO CONSACRATO ALLA MADRE IMMACOLATA ....... PER LA MIA CARA MAMMA.....

OGGI E' IL GIORNO CONSACRATO ALLA 
MADRE IMMACOLATA .......



UN PENSIERO PER LA MIA CARA MAMMA


Che vuoto quando ti accorgi che quella persona speciale ti è venuta a mancare. 

la sua presenza ci rendeva forti, 

ci stava accanto senza chiederci nulla e con pazienza, tenerezza, quante volte 

ci sosteneva durante il cammino della vita,

e quando la vita la lasciata .ti accorgi che in realtà non se n'è andata via

 e rimasta per sempre nel cuore,

 nel cuore di chi l'amava , l'amore non'ha confini, 

l'amore è eternità per sempre.



lunedì 3 dicembre 2012

FOTO STORICHE BARANO D'ISCHIA.....

FOTO STORICHE BARANO D'ISCHIA.....




Il Comune di Barano forma parte del mandamento d’Ischia.
Gli sono aggregati i casali di Fiajano, Piejo e la villa di Moropano.
Parte del suo territorio è situato alle falde S.E. del Monte Epomeo; su d’una specie di piatta-forma
– per dir così – che modestamente s’inalza su fertili, e quasi piane campagne le quali si succedono in 
armonica gradazione, ed in capricciose forme, ma i suoi casali sono posti a punti diversi, cioè Moropano 

è a N.O. di Barano – Piejo dalla parte di N.N.E. seguito da Fiajano, che volge più ad oriente.

Esteso si è il territorio del comune da nord a sud – a principiare dallo spianato del Monte-Rotaro sul 
Comune di Casamicciola, alla valle di Bellarita: quivi fatto un ripido sentiero viene un ponte su di 
un’altra vallata che congiunge il casale di Moropano al centro principale del comune. La profonda valle 
di Bellarita divide il territorio di Barano da quello di Serrara-Fontana.

A levante è diviso dal comune d’Ischia per mezzo delle aduste correnti del Rotaro e del Cremato,
e principia propriamente il suo territorio dai boschi de’ conti. A scirocco è congiunto col comune di
Testaccio, da cui è diviso per mezzo della pianura detta il piano, e propriamente al piccolo ponte al
crocicchio a piedi dell’alpestre pendio che mena a Testaccio.
A settentrione, i monti Garofalo, Tripodi, Buceto e Rotaro gli sono spalliera, e lo portano a confinare 
col comune di Casamicciola.


A mezzogiorno i casali di Fontana e di Sant’Angelo gli sono di limite. Il Jasolini dava la seguente
descrizione di questa contrada.
«Il sito di questo casale è fra il monte e’l casale detto di Testaccio, e fra il monte detto del belvedere 
e quel di stabia, così detto dagli antichi forse, per essere luogo salutifero e d’aria perfetta a quelli, che
siano sospetti d’ulcere nel polmone, e a corpi smagriti e tisici; dall’altra parte ha un’altra villa detta 
Moropane. Quindi si vede il monte detto dei Maronti, e della Cavalleria. Dopo seguita dentro a certi 
gran sassi l’eccellente bagno di Succellaro, appresso si vede il promontorio di S. Pancrazio. Ritornando 
verso l’altra parte vi si fa incontro il bel monte Seiano, indi si vede un casale detto il Piano. Viene 
appresso la verdeggiante valle detta dei Liguori sotto la valle detta Chiumana».

La posizione di Barano e suoi casali è unica nell’isola: sembra un paese mediterraneo, perché posto
lontano dal mare, in prominente giacitura, fra colline e monti, valli e pianure fertili e lussureggianti – Le 
campagne di Moscardino, Maisto, Belvedere, Cufo, Cesa, la Torre, Casabona, Casale - e fra le
 diacenze 
di Moropano – le altre di Cannavino, Tuoro, Valle, Terzano, Finestra, rendono più gaio e ridente 
questo interessante comune. Anzi l’aria che si respira in questi luoghi è sanissima: il caseggiato è per lo 
più ad un piano solo terraneo, ma decente, pulito; non mancano de’ fabbricati a più piani, e de’ palazzi 
che in quel sito fanno contrasto colle restanti private dimore – Come del pari eleganti casini sorgono fra 
quelle campagne.